RISORGIMENTO è RSI. Una Patria, una Nazione, un Popolo
Progetto di Ricerca
RISORGIMENTO è RSI. Una Patria, una Nazione, un Popolo
Obiettivi della ricerca
Questa ricerca ha come scopo centrale quello di analizzare il rapporto tra l’eredità del Risorgimento e l’esperienza della Repubblica Sociale Italiana, con particolare attenzione a tutti quegli aspetti che per oltre sessant’anni sono stati completamente dimenticati da una certa storiografia.
Ancor oggi, il Risorgimento è visto sotto la lente distorta della politica che fa di esso un movimento politico. Movimento politico che si pretende essenzialmente liberale e democratico, cancellando tutti gli altri apporti – di ben più ampia portata – che politici, nel senso sopra descritto, non possono essere.
Il Risorgimento fu esclusivamente l’esplosione dell’ideale nazionale. I movimenti liberali e democratici – ma anche la massoneria – s’inserirono in questo processo, ma non ne furono gli unici protagonisti. Tant’è vero che solo “col sangue e col ferro” si poterono creare le Nazioni. Nazioni che furono tutt’altro che democratiche e liberali.
Il Risorgimento – da “resurrezione” – fu una rivoluzione nazionale e popolare che percorse l’Europa e travolse anche l’Italia che ebbe nel pensiero di Mazzini e nelle armi di Garibaldi la sua incarnazione.
Che il pensiero politico di Mazzini e Garibaldi fu, alla fine, sconfitto nel quadro di quella che era divenuta una tragica piemontesizzazione del Meridione, non deve far passare in secondo piano il fatto che l’obiettivo principale del Risorgimento era stato centrato in pieno: l’Unità d’Italia.
Occorreva allora creare una Patria, una Nazione, un Popolo. I decenni successivi videro proprio il consolidarsi del concetto di Patria, l’esplosione di quello di Nazione e il tentativo di creare un Popolo.
Il Fascismo riuscì dove i Governi “piemontesi” avevano fallito.
L’8 settembre 1943 pose fine al trionfo e all’espansione della Civiltà italiana nel mondo, ma il Risorgimento della Nazione italiana non terminò così.
Vi fu un capitolo finale: la RSI. Durante i 600 giorni della Repubblica di Mussolini tutto il retaggio risorgimentale fu mobilitato e venne ripreso quel filone repubblicano che il compromesso con la Monarchia aveva reso “sotterraneo”.
Mazzini divenne un personaggio pubblico di primo piano ed ebbe, durante la RSI, un palcoscenico che mai si sarebbe ripresentato nel corso della storia d’Italia.
La fine della Seconda Guerra Mondiale, il 2 maggio 1945, concluse tragicamente il Risorgimento italiano: la scomparsa del senso di Patria, la perdita delle terre orientali, la subordinazione della Nazione nel sistema atlantico rappresentarono l’eclissi di quell’idea nazionale esplosa nei primi decenni del XIX secolo.
Stato della ricerca
Sull’argomento del rapporto tra eredità del Risorgimento e cultura politica della RSI, mancano studi organici che si basino sulla ricerca scientifica e sull’analisi dei documenti.
I pochi testi che accennano a questo rapporto lo fanno per denunciare una strumentalizzazione del Risorgimento da parte dei fascisti repubblicani.
Chiaro l’intento della vulgata di “espellere” l’esperienza della RSI dalla storia d’Italia e di appropriarsi di un periodo che, effettivamente, non le appartiene.
Partendo da questa constatazione, l’obiettivo della ricerca è studiare l’argomento in un modo nuovo, sistematico, con al centro un corpus di documenti inediti e sconosciuti agli stessi “addetti ai lavori”, ma anche con il supporto delle teorie revisioniste della scuola defeliciana.
L’intenzione è di procedere, oltre che all’analisi dei documenti conosciuti, a un’esplorazione degli archivi “vergini” e a un confronto comparativo con la memoria collettiva o “ufficiale” tramandata nel corso dei decenni.
Al termine della ricerca si dimostrerà come il Fascismo sia stato un proseguo di quel Risorgimento nazionale tumultuosamente esplose nei primi decenni del XIX secolo e la RSI il suo capitolo finale.
Criteri di verifica
I criteri di verifica e di valutazione della ricerca potranno essere:
l’ampiezza e soprattutto l’omogeneità del corpus di documenti che verrà via via costituito;
la possibilità concreta di ricavarne delle interpretazioni nuove e originali;
la congruità fra le tesi esposte nell’opera e i documenti “ritrovati”. In ogni caso, resta come criterio generale la correttezza del procedimento scientifico adottato: formulazione di un’ipotesi di lavoro, verifica empirica, riformulazione più piena e matura (revisione) dell’ipotesi iniziale e soprattutto delle tesi “ufficiali” su un determinato fatto storico.
Unità di ricerca
L’unità di ricerca è costituita da Giorgio Sala, ricercatore storico e responsabile del Centro Studi Militari e Testimonianze della RSI (Latina) e dal Dott. Pietro Cappellari di Nettuno (Roma), ricercatore della Fondazione della RSI – Istituto Storico (Terranuova Bracciolini) e membro del Comitato scientifico del Centro Studi Militari e Testimonianze della RSI (Latina).
Entrambi cureranno lo sviluppo dell’opera e il coordinamento dei vari apporti che giungeranno all’unità di ricerca.
Fruibilità della ricerca
I risultati della ricerca saranno ampiamente fruibili a una vasta gamma di soggetti, non limitandosi ai cosiddetti “addetti ai lavori”: professori, studiosi, ricercatori, giornalisti.
Struttura dell’opera
I risultati della ricerca, come abbiamo avuto modo di evidenziare, saranno esposti in un corposo volume, corredato da un ricco apparato iconografico, con foto inedite di grande valore storico.
Il tomo sarà suddiviso in due parti. Una prima che raccoglierà i contributi che gli studiosi della RSI e del Risorgimento daranno all’unità di ricerca e una seconda che sarà una selezione di testi, articoli e comunicazione visiva comparsi durante il 1943-1945 illustranti il binomio Risorgimento-RSI.
Dott. Pietro Cappellari
Cell. 339.33.28.550
e-mail: pietrocappellari@tele2.it
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